sabato 29 marzo 2014

Le bugie sugli F-35.

Scusate il francesismo. Ma ogni tanto tornano di moda.



Quel mix putrescente di pacifinti, grillini dell'ultima ora, radical chic e anticonformisti. Tutti esperti di difesa e tecnologia militare insomma. Tutta gente che si permette di dire se il cacciabombardiere tecnologicamente più avanzato mai prodotto al mondo sia efficiente o meno.

Ovviamente su questo argomento l'opinione pubblica italiana naviga senza bussola in un mare di cavolate. Gente che usa solitamente la materia grigia si trova inondata dalle minchiate del web: informazioni false, distorte e nella maggior parte dei casi male interpretate. Ecco spiegato perché l'Italiano medio "non vuole gli F-35".



La realtà ahimè non è assolutamente quella sparata dai vari guru del web.
Proviamo a fare un minimo di ordine:

-I difetti in fase di testing:  il programma  dell'F-35 (denominato JSF) prevede, dopo quasi un decennio di progettazione, una lunga fase di testing (dal 2002 al 2017). In questa fase l'obbiettivo è far uscire allo scoperto i difetti di progettazione insiti nella fase precendente. Le differenze tra questo programma e quelli precedenti sta nella lunghezza della fase di testing. Degli altri aerei (vedi anche Eurofighter) veniva fatta uscire una prima versione operativa (di solito denominata Mark-I o semplicemente I) la quale serviva come base di partenza per futuri sviluppi che avrebbero portato poi l'unità al massimo della sue capacità operative. Ovviamente le prime versioni confrontate con le seguenti peccavano di gravi carenze. Per evitare questo il programma JSF prevede una lunga fase di testing del prototipo per eliminare PRIMA della messa in produzione tutte le gravi mancanze. Altro fattore da considerare è che per molti versi il programma JSF è rivoluzionario viste le nuove tecnologie utilizzate ancora in fase post-sperimentale. Infatti il testing è risultato una sfida, con molti problemi più o meno gravi. Se così non fosse sarebbe inutile investire in tecnologie avanzate.
Le gravi mancanze che sono pervenute in fase di testing (prontamente risolte visto che erano prevedibilmente attese) sono state utlizzate come propaganda dai soliti noti. Ovviamente tutto quello che ho scritto sopra è stato prontamente omesso, facendo sembrare agli occhi dell'opinione pubblica l'F-35 una ciofega.




-La proprietà del software: Altra assurdità che gira per la rete. "Ma come? Con tutti i soldi che gli diamo manco l'accesso al software dell'aereo ci danno?". No. Ed è una cosa normale, anzi normalissima. E' scoprire l'acqua calda. Prendiamo l'Eurofighter, il software di puntamento è inglese, quello di atterraggio italiano e quello di guida tedesco. Se io Aeronautica Militare ho un problema con il software di puntamento, con tutto che l'Italia ha concorso per il 22% nella progettazione e produzione dell'aereo, devo chiamare gli inglesi a risolvermelo.
Facciamo ora un esempio al di fuori dell'aeronautica. Io possiedo una Honda, l'ho comprata e pagata regolarmente, se ho un problema alla centralina (quindi software) e lo voglio trovare e risolvere in maniera ufficiale devo rivolgermi alla Honda che è provvista del tester ufficiale che può dirmi vita morte e miracoli dell'autovettura. Il fatto che ho comprato una Honda mi da il diritto di avere accesso anche alla sorgente del software? Ovviamente no. In quel caso il mio meccanico di fiducia o utilizza metodi non convenzionali oppure dovrò rivolgermi alla casa madre o alle officine autorizzate. Stesso discorso per la Volskwagen di mio padre.
Honda e Volskwagen costano troppo poco? Va bene. Anche se acquisto una Ferrari, una Bugatti, una Lamborghini o una Maserati il discorso sarà sempre quello. E non si applica solo ad aerei ed auto ma, per esempio, anche a telefoni. Pensate ai possessori di Apple che neanche possono levare la batteria!
Lo so. Sembra un discorso cretino però c'è gente che lo fa tuttora.





-La convenienza economica: Ecco qui entriamo nella parte più complicata del discorso. Due presupposti: 1) Il pagamento della ormai tristemente famosa cifra di 12,8 miliardi sarà ovviamente rateizzato fino al 2046
2) Non è vero che noi "compriamo" aerei dagli USA. Noi partecipiamo al progetto e persino alla costruzione (delle ali e del cockpit), quindi non stiamo facendo regali a nessuno.
Infatti la FACO (azienda Italiana) sarà la seconda azienda per impegno sulla produzione del cacciabombardiere. A questa vanno a sommarsi 70 aziende italiane che hanno ottenuto contratti per la produzione dell'aereo più altre che sono in concorso.
Facciamo un esempio:  da fonti ufficiali dell'aeronautica solo per la costruzione delle ali (e ripeto noi non faremo solo quelle) avremo un ritorno di 7/8 miliardi di dollari. I ricavi in questo campo saranno per la maggior parte della Aermacchi, azienda famosissima nel settore (più altre numerose piccole medie imprese italiane)  proprietà di Finmeccanica che, a sua volta, è controllata dal Ministero dell'Economia. Tradotto: sono tutti soldi che ci ritornano in tasca. E pensate che questo è solo uno dei tanti campi dove siamo coinvolti. A quanto pare in Italia ospiteremo anche il centro di manutenzione e diagnosi europeo cogestito dalle nostre aziende.
Altro discorso importantissimo da fare: essendo un multiruolo l'F-35 ,nella Aeronautica Militare, andrà a sostituire due tipologie di aerei più tutte le versioni da essi derivate (comprese quelle a decollo verticale per le portaerei . Cosa vuol dire questo? Semplice, che il numero di aerei da combattimento dopo l'acquisto della partita di F-35 DIMINUIRA'. E di conseguenza ne diminuiranno anche i costi di gestione, di aggiornamento e di manutenzione. Bisogna considerare che per questioni strategiche l'aeronautica va aggiornata, e se così non fosse per lo meno mantenuta; va anche considerato che dei velivoli più vecchi i costi di manutenzione sono inevitabilmente destinati a salire per una semplice logica di mercato (diminuisce l'offerta di parti di ricambio visto che escono dalle linee di produzione).
Bisogna anche mettere in conto che l'F-35 in quanto cacciabombardiere di ultimissima generazione non ha neanche un prezzo esagerato (sui 60-70 milioni), ovviamente parlando in termini di spesa militare. Costano meno di Rafele francese e non hanno eguali in quanto a capacità tecniche e operative.
Altro discorso da affrontare: la spesa pubblica. Chi ne capisce un minimo di economia politica e finanza pubblica sa che  "tagliamo le spese per i cacciabombardieri e costruiamo asili nido" è tecnicamente impossibile. Lo Stato non da un tot di soldi da spendere ai vari ministeri. I "compartimenti" dove verte la spesa pubblica sono "stagni". Innanzitutto bisogna ragionare in termini di PIL. Il PIL nazionale viene distribuito nei vari ministeri, a chi più (salute e istruzione) e a chi meno (difesa). La spesa militare italiana è del 0,90% del PIL. Quindi lo Stato "affida" neanche un centesimo del Prodotto Interno Lordo italiano alla Difesa. Il discorso è che questi non sono soldi "grezzi" e non possono uscire magicamente da un bilancio per entrarne in un'altro. Altro fattore da considerare: sulla Difesa è dove avvengono meno sprechi (non vuol dire che non ce ne siano), dove i soldi vengono investiti meglio e dove fruttano di più (si, siamo grandi produttori di armi ma sopratutto di componenti e tecnologie). Quindi perché "punire" un ministero dove le cose vanno per il verso giusto?



-La convenienza strategica: In linea con quanto cercano di fare tutti i paesi tecnologicamente avanzati l'acquisto degli F-35 comporterebbe uno "snellimento" della forza aerea italiana. Sia per la già citata riduzione dei velivoli, sia per la natura estremamente multiruolo dei cacciabombardieri della Lockheed Martin. "Ma abbiamo già gli Eurofighter, che ci facciamo con questi? Li compriamo solo per fare un piacere ad Obama?" Si è vero, gli Eurofighter sono grandi caccia. il problema è che sono "caccia". Differiscono radicalmente per missioni e utilizzo dagli F-35. Semplificando: gli Eurofighter potrebbero essere utilizzati come aerei da "difesa" (anche da scorta o supremazia aerea), gli F-35 da "attacco" con missioni offensive verso obbiettivi sensibili (prettamente a terra) anche in profondità nelle linee nemiche.
Riguardo ad Obama siamo un paese, anzi un continente, dove ogni cosa che fanno gli americani la prendiamo come oro colato. Io sono profondamente anti-americano e soffro nel vedere la cultura, la politica e gli interessi nazionali totalmente asserviti agli yankee.
Però va detto: se c'è una cosa dove gli americani sono dannatamente bravi quella è la difesa, o meglio la guerra. Sopratutto quella aeronavale (lì non hanno mai perso un colpo). Ci sarà un motivo se gli Stati Uniti comprano quasi 2.500 F-35 no?




Purtroppo mi dispiace fare l'antidemocratico ma queste non sono opinioni. Sono fatti. E i fatti battono le opinioni in politica. Inoltre sono anche dati. E non li ho presi dal blog di Beppe Grillo e non me li ha passati Casaleggio. Sono dati ufficiali presi direttamente dal Ministero della Difesa, dalla Aeronautica Militare e della Lockheed Martin.

Eliminare gli sprechi e rendere più snelle e rapide le forze armate. Questo dovrebbe essere il nostro obbiettivo, non fare tagli inutili a casaccio potenzialmente dannosi per mantenere flebili promesse elettorali o per arringare la folla.



 Mi rendo conto che certe argomentazioni non sono facili da spiegare a gente come Nichi Vendola, che salta da un gay pride all'altro (e si preoccupa come prima cosa di mettere nelle tessere di SEL il genere "transgender" senza pensare minimamente della situazione drammatica della Puglia e del resto del Paese), e come Di Battista, che temo non abbia ben compreso la differenza tra un Treno Alta Velocità, una auto blu e un cacciabombardiere.
Però è anche vero che il parlamento dovrebbe essere pieno di persone competenti, che sappiano distinguere tra dati oggettivi e le vaghe opinioni ideologiche e populiste sparate li a caso.
E' anche vero che se siamo nella merda fino al collo un motivo ci sarà.



Ringrazio il mio amico Marco Lorenzo per avermi aiutato con le ricerche del materiale.

5 commenti:

  1. Argomento ben trattato, ma la contrarietà agli F35 va al di là dei suoi eventuali difetti. Il punto è che preferiamo investire in cose piu costruttive che non in armi da guerra (ed è inutile girarci intorno, quello sono. Armi di distruzione). Matteo M.

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    1. Caro Matteo ti ringrazio del commento. E' vero investire in cose potenzialmente distruttive potrebbe essere interpretato come "immorale". Il problema sta nel conoscere i funzionamenti della politica internazionale. La difesa era, è e sempre sarà una condizionale fondamentale per la geopolitica di un paese. E' inutile mentirci, la politica estera non si fa con i fiori e le belle parole. Le armi non vanno per forza utilizzate, ma è una importante garanzia che la Nazione le possieda. Il resto è utopia.
      Considerando anche che nella aeronautica eccelliamo (come nella progettazione e tecnologia delle armi), avere in guadagno in termini monetari e di posti di lavoro a questo punto non guasta.

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  3. I romani intesi come civiltà dicevano "... Si vis pacem, para bellum ." e la pax romana perdurò per 2 secoli.. probabilmente il periodio di pace più lungo della storia..

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