Devo ammettere che il film non lo vidi al cinema (i miei amici ci andarono una sera che non potevo, e di andarci da solo non ne avevo voglia). Lo vidi pochi mesi fa, sul divano di casa mia. Da solo.
Ricordo che quando finì avevo gli occhi umidi. Non avevo pianto, ma ero commosso. Forse perché anche io nella vita come Jep ho sempre cercato in lungo e in largo la mia "Grande Bellezza".
Già esultai ai tempi del Golden Globe. Figuriamoci ora.
Ricordando anche "La vita è bella", questo Oscar è a dimostrazione che l'Italia che piace, oltreoceano o meno, è quella che cerca "il bello". E lo trova.
Oltre che farti pensare Sorrentino ti da speranza. Ti dice di trovare la bellezza dentro di te, per poi donarla agli altri come se fosse un capolavoro (il libro che scrive Jep).
Altro messaggio importante, comunicatoci anche dalla dure parole di Servillo nei confronti della sua amica pseudo-femminista radical-chic, è di finirla di nasconderci dietro maschere di onnipotenza, che palesemente non ci appartengono. Cardine su cui ruota tutto il film e, a mio parere, realtà molto veritiera nell'Italia contemporanea.
Inoltre dichiara il suo film "innamorato dell'Italia".
Che l'Italia abbia finalmente ritrovato un regista capace di raccontare le sue bellezze? Non lo so. Forse. Spero di si. Sicuramente sono molto fiducioso.
Grazie di tutto Paolo.
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