lunedì 22 agosto 2016

Suicide Squad - Recensione Anteprima

Quando scrissi la recensione di Batman V Superman, ormai qualche mese fa, ammetto di averlo fatto un po' per rabbia, un po' per sfogo. Presi abbastanza male la reazione della critica a BvS e presi ancora peggio il fatto che il film a me era piaciuto. E neanche poco. Quasi a vergognarsene. 
Passato lo shock iniziale, ho cominciato a ragionare, ad informarmi e a conoscere e seguire persone ed entrare sempre di più nel settore. Ho visto quanto esista un distacco, un divario che pian piano diventa più abissale, tra quello che pensa la critica e quello che piace al pubblico. 
Quando ho visto le recensioni della critica su Suicide Squad ho riso divertito. Come ho riso divertito prima di entrare all'anteprima nazionale e come ho riso divertito durante il film, mentre mi accorgevo che la pellicola mi stava piacendo. 




Siamo subito dopo la storia BvS: Superman è morto, i metaumani sono un pericolo e Amanda Waller, interpretata dalla bravissima Viola Davis, vuole convincere i vertici militari che il modo migliore di difendere la sicurezza nazionale è creare un team di supercattivi, iniettargli una bomba nel collo e costringerli a compiere cover operation pericolosissime per conto del governo americano. 
È così che Deadshot (Will Smith), Incantatrice (Cara Delavigne), Harley Queen (Margot Robbie), El Diablo, Killercroc e Capitan Boomerang vengono "convinti" dalla cattivissima Amanda Waller a formare una squadra o meglio, una Suicide Squad.
Tantissimi personaggi tutti insieme, perché sì, il perno su cui ruota tutto il film sono loro: i cattivissimi villan dell'universo cinematografico DC.
Il film comincia proprio con la presentazione di ognuno di loro, un lungo e ritmato intro quasi da ballare, dove viene raccontata brevemente la storia dei personaggi: chi sono, perché sono "cattivi" e come o chi li ha catturati (chi ha detto Batman?). Spicca per primo il Deadshot di Will Smith: deciso, cattivo ma allo stesso tempo con il cuore tenero. Definire Will bravo è un eufemismo, caratterizza il suo personaggio in maniera graffiante, mantenendolo sul limbo tra cattivone menefreghista e aspirante capo del gruppo/leader che si preoccupa degli altri membri del team.
Ma l'anima vera del film è lei, Margot Robbie. La sua Harley è fantastica, energica, simpatica e...semplicemente pazza. Insieme a Deadshot, risulta essere il personaggio meglio caratterizzato della pellicola. Il rapporto tra lei e il Joker di Jared Leto pervade tutto il film, facendo sentire la presenza del "re dei pagliacci " per tutta la pellicola (nonostante il minutaggio dedicato al Joker sia abbastanza ristretto, circa 20-25 minuti, causa tagli in sede finale di montaggio). Lui la cerca, la trova, la riperde e poi la ritrova ancora. Il loro rapporto è talmente tanto forte e insano da riuscir a coinvolgere pienamente lo spettatore risultando, a conti fatti, la parte meglio riuscita della pellicola. Peccato per la figura del Joker (giustamente) limitata in quanto il film parlando della Suicide Squad, per scelta dei suoi creatori, non vuole distogliere troppo l'attenzione dal gruppo con altri personaggi "secondari" non strettamente inerenti alla squadra (seppur il clown, grazie a un ottima interpretazione come quella del cantante dei 30 Seconds to Mars Jared Leto, risulta caratterizzato e funzionante tanto da far sperare di poterlo rivedere al più presto in un'altra pellicola del DCEU per poter approfondire ancora di più il gran lavoro fatto dall'attore). Spiccano inoltre l'Amanda Waller di Viola Davis (forse la vera cattivona del film), Diablo, che insieme a Will Smith, ha il compito di portare avanti la linea più drammatica e sentimentalista, ed infine Killer Croc, personaggio al quale sono affidate si e no 3/4 linee di dialogo ma che grazie alla sua fisicità riesce a dare un notevole spessore al famoso cattivo di Batman. Peccato per Capitan Boomerang, personaggio ben interpretato da Jai Courtney, ma vittima di carenze di caratterizzazione, che lo fanno passare quasi inosservato accanto agli altri suoi compagni.
Il resto del film ruota intorno a quanto di già costruito: la trama non ha particolari intrecci o complessità di sorta. E va benissimo così (alla fine anche la trama dell'apprezzatissimo The Avergers non era anche essa un banalissimo pretesto?). È  tutto un pretesto per creare la squadra, mandarla in missione e far agire tutti i suoi componenti in spettacolari combattimenti, battute sagaci e qualche momento più drammatico. Non per questo la sceneggiatura non rivela qualche piacevole sorpresa, intrecciando in più punti in maniera intelligente la missione e le storie personali dei suoi componenti.
Il tono del film è totalmente opposto a BvS, dove il film di Snyder tendeva a Toni seriosi e pensanti, Suicide Squad la butta sulla simpatia, sul trash (in senso buono) andando talmente tanto nel senso opposto ai precedenti film del DCEU da risultarci in qualche modo in contatto (avete presente quando si dice: vai talmente tanto a destra da arrivare a sinistra?).
Da un punto di vista tecnico, Ayer fa egregiamente il suo lavoro, con un regia veloce ed esuberante, senza risultare dozzinale. Presta particolare attenzione alle scene d'azione (sopratutto quelle di stampo militare, visto il suo passato nelle forze speciali) riuscendo però a regalarci anche qualche frame iconico e di forte impatto visivo. Il montaggio è rapido e rende il film molto veloce e immediato, anche se in più punti soffre di evidenti tagli come detto in precedenza. La ciliegina sulla torta è la colonna sonora: in particolare all'inizio partono canzoni stile videoclip che ,oltre a caratterizzare personaggi o specifiche scene, aiutano a mantenere costante l'interesse (e l'esaltazione) dello spettatore. Diversi pezzi sono talmente tanto riusciti o hanno firme talmente tanto famose che sono reperibili su YouTube come singoli.
Concludo con quello che dovrebbe essere il senso del film: i protagonisti sono per una volta i villan. Sono cattivi, politicamente scorretti e individualisti. Sono fighi, senza scrupoli e spietati. Tutto questo c'è, ma non troppo. I cattivi sono cattivi, ma non troppo. Forse complice il fatto che parliamo pur sempre di un cinecomic, o il fatto che vendere un prodotto così del genere non è mai facile (nonostante Deadpool dimostri come si possa fare tranquillamente), la sensazione è chi  in realtà qui la pellicola poteva osare un po' di più. Ayer poteva osare di più  ma, probabilmente, alla Warner non glie l'hanno permesso. Ma non tutti i mali vengono necessariamente per nuocere e uno spunto interessante, forse quello più riuscito, trapela più volte durante lo scorrimento del film: chi sono i veri cattivi? C'è differenza tra chi è cattivo ma fa una cosa giusta, chi è cattivo e fa cose cattive per il bene altrui o semplicemente chi è cattivo e fa cose cattive per il proprio tornaconto? Ayer, visto il suo passato, da una risposta abbastanza palese. Il che porta a riflettere anche sul perché delle 
azioni e sulla reale utilità  di organizzazioni come servizi segreti, forze speciali e contractors. Interessante per questo spunto è il personaggio della Waller.
Quello che ci rimane usciti dalla sala è, per l'appunto, una sola, unica e terrificante sensazione: i cattivi, anche per il nostro bene, esisteranno e serviranno sempre. 


VOTO: 81/100 (Prima Visione)
VOTO: 78/100 (Seconda Visione)

giovedì 21 luglio 2016

Batman V Superman: Dawn of Justice [Ultimate Edition] - Recensione

In questi mesi è successo di tutto. Falsi rumors, voci, critiche gratuite e chi ne ha più ne metta. Sul "flop" di Batman V Superman è stato detto tutto e il contrario di tutto.
Eppure sono i fatti che parlano: il film ha incassato quasi 900 milioni (un gran flop, eh?) al box office, battendo diversi record, la Warner ha annunciato altri film per l'universo DC, Ben Affleck dirigerà (e interpreterà, ovviamente) un film in solitaria su Batman e l'interesse della stampa verso il DCCU è alle stelle, tanto è che ogni piccola news rimbalza sui siti specializzati americani senza sosta. Insomma, tutte piccole rivincite (economiche e di visibilità), tutte piccole battaglie vinte, che sta collezionando la DC/Warner a scapito degli haters e della critica prezzolata che hanno funestato questo film sin dalla sua concezione.




Manca ancora però da vincere la battaglia più grande (e no, non parlo di quella tra Batman e Superman): far cambiare opinione, o per lo meno fare marcia indietro su diversi punti, a quella gran parte critica che ha stroncato il film, e a quella piccola, ma considerevole parte di pubblico, che lo ha odiato in sala. In realtà, le feroci critiche si sono smorzate con il passare dei mesi (non ci è dato sapere se sia per un maggior apprezzamento della pellicola dopo una seconda visione o per l'arrivo in sala di Civil War che, nonostante la solita acclamazione della critica, ha deluso più di qualcuno facendo arrabbiare anche diversi fan e non arrivando al botteghino americano nemmeno al risultato del pessimo Age of Ultron. Nel mio piccolo, sicuramente più de 50% degli spettatori che conosco tra amici, social e blog sono rimasti delusi dal film).

Il compito di vincere questa battaglia è tutto sulle spalle della Ultimate Edition: versione estesa (sarebbe più corretto dire completa) e R-18 di BvS 30 minuti più lunga, già annunciata da Zack Snyder prima dell'uscita del film.
Senza perdersi in lunghe discussioni riguardo l'impatto su pubblico e critica, mi limiterò a dire che oltre ad essere stata ben accolta a livello generale, diversi soggetti di ambo le parti si sono prodigati, addirittura, in scuse verso il regista per le accuse (e le offese) dette all'uscita della versione cinematografica.
Perché si: se BvS mi era piaciuto il giusto, a livello oggettivo, e da impazzire, a livello soggettivo, la Ultimate Edition mi ha fatto gridare al miracolo. Senza entrare nuovamente nei dettagli di tutto il (lungo) film, ma volendo utilizzare questo pezzo come add-on della recensione principale, parlerò solo dei punti rimaneggiati da questa Ultimate Edition.

Nella recensione principale avevo detto che uno dei difetti principali del film erano proprio i punti bui della trama che riguardavano sopratutto Luthor (dalla sua caratterizzazione al suo piano per mettere contro i due eroi) e la parziale marginalità di Clark Kent. Nella Ultimate Edition tutto ciò sparisce magicamente. Non parlo di poche battute o brevi scene che danno qualche spiegazione in più, parlo di sottotrame che cambiano tutto il senso del primo e del secondo atto, approfondendo di molto lo scontro ideologico tra i due protagonisti e, allo stesso tempo, facendo capire quanto i due fossero inconsapevoli marionette di Lex.

[SPOILER ON ] I criminali messi in prigione da Batman vengono trasferiti appositamente a Metropolis, per poi essere uccisi in prigione da uomini al soldo di Luthor facendo sembrare il Cavaliere Oscuro giudice, giuria e boia e creando una sorta di terrore/sospetto nella popolazione dei bassifondi di Gotham. Nella scena iniziale del deserto con Superman si vede perfettamente che erano coinvolti gli USA;  gli uomini di Luthor sono riusciti a illudere tutti (da Lois a Clark al Governo Americano), raccogliendo i proiettili e bruciando i corpi come se fosse stato l'Uomo D'Acciaio a dargli fuoco con la vista calorifica. Anche i testimoni che parlano alla Corte di Giustizia americana si scopre che sono stati comprati da Luthor e proprio quando la deputata June Finch (Holly Hunter) scopre l'inghippo, ecco che Lex, in diretta mondiale, fa detonare la sedia a rotelle (di piombo, per questo Superman non si accorge di nulla) del povero ex-dipendente della Wayne Enterprice (lui non sapeva di dover morire come in realtà si presuppone nella versione cinematografica). [SPOILER OFF]


C'è questo e c'è molto altro. Basti sapere che i personaggi che traggono più beneficio da questa versione estesa sono proprio Luthor (e in particolare il suo machiavellico piano per mettere contro i due eroi), Clark (dove vengono approfondite le sue motivazioni e le sue ricerche nella lotta ideologica con Batman) e Lois (che non sembra più una povera sperduta utile solo a mettere nei guai Superman ma, al contrario, conduce una inchiesta giornalistica ben strutturata ed è l'unica a sfuggire parzialmente all'eccellente piano di Luthor). Il BatAffleck invece, ha giusto qualche minuto in più a lui dedicato (una scena dove si vedono le sue natiche e qualche inquadratura sparsa qua e là) e qualche interessante battuta con un personaggio. Anche l'ormai famoso Knightmare riceve una scena addizionale (verso fine film, già pubblicata su internet a dir la verità) che ne amplifica il significato all'interno del film.
Il tutto rende il montaggio più dolce nei cambi di scena e non c'è più quella sensazione che la trama si trovi sempre sul filo del rasoio tra intreccio riuscito e lo sfuggire dalla mani degli sceneggiatori, difficoltà dovuta alla quantità di materiale su cui lavorare. Come già detto, sono i primi due atti che beneficano del 90% di questa Ultimate Edition, per il resto, nelle moltissime scene iconiche e potenti di questo film (il funerale degli Wayne, la battaglia tra Superman e Zod, lo scontro per salvare Martha, lo scontro tra i due eroi, l'incubo di Batman ecc) abbiamo inquadrature in più e qualche secondo che arricchiscono positivamente quanto di buono già visto.
Ma è stato risolto proprio tutto? In realtà no. Alcune magagne rimangono, sopratutto legate al personaggio di Doomsday e al fatto che non si capisce (anche se si intuisce) come Luthor abbia scoperto le identità di Batman e Superman. Difetti che elenco per correttezza, ma niente di trascendentale, niente che possa giustificare minimamente il 27% di gradimento della critica su Rottentomatoes e simili. Immancabilmente, dopo aver visto la Ultimate Edition, la considerazione della versione cinematografica (che trovo pure sempre ottima) tende a calare un po'.
L'Ultimate Edition, di per se, aggiunge un unico difetto al film: le scene d'azione (che beneficano giusto di qualche inquadratura aggiuntiva in questa versione estesa), risultano adesso, con ben quasi 30 minuti in più di trama, un po' troppo diluite all'interno della pellicola. Questo, a mio modo di vedere (aggiunto in minor parte ai difetti precedentemente elencati), impedisce a Batman V Superman: Dawn of Justice - Ultimate Edition di raggiungere il 90 pieno a fine pagina.
Non impedisce mi in alcun modo però, di affermare che la battaglia è vinta. Il film è migliore sotto praticamente tutti gli aspetti e, questa volta, sembra che anche critica e quella parte ostile di pubblico se ne siano finalmente accorti.
La nota di demerito mi sento di doverla dare alla Warner in quanto, dopo aver visionato la pellicola nella sua interezza, mi rendo conto che i tagli di tutte quelle sequenze sono stati esagerati (sopratutto da una casa che già più di una volta ha mandato in sala film di tre ore).
Non si raggiunge la perfezione (o come direbbe Bruce: "L'assoluto adamatino") neanche questa volta ma, visti tutti i difficili compiti che questa pellicola doveva affrontare, direi che meglio di così difficilmente si poteva fare.


VOTO: 88/100

venerdì 6 maggio 2016

Captain America: Civil War - Recensione

Non ho mai nascosto a nessuno che Captain America: The Winter Soldier mi fosse piaciuto assai. Finalmente un film Marvel(Disney) maturo, serio, cupo e d'impatto emotivo.
Qui trovate la mia vecchia recensione.
Quando ho saputo che Civil War sarebbe stato portato su schermo dai fratelli Russo, nel filone di Captain America, ormai diventato la pietra miliare dell'intero Universo Cinematografo Marvel (in barba a qualche fanboy che asseriva il contrario) devo ammettere che ho esultato non poco di gioia.
I creatori del mio film Marvel-Disney preferito + la mia storia preferita degli ultimi 10-15 anni di fumetti Marvel = Hype alle stelle.
Si sa però, che l'hype gioca spesso brutti scherzi. E' questo il caso? Ni.





Sicuramente posso dire che sono uscito dalla sala non soddisfatto come mi sarei aspettato di essere.
Andiamo con ordine, dove eravamo rimasti? Civil War è a tutti gli effetti il seguito di The Winter Soldier. Ne porta avanti la trama, con le conseguenze di Age of Ultron, (film rivisto pochi giorni prima come recap e devo dire, veramente brutto) ampliando il campo a tutti gli Avengers.
Abbiamo due filoni narrativi: il primo riguarda Bucky-Soldato d'Inverno, che ne ampia il background, e Cap-Steve Rogers, definendo meglio il rapporto con il suo migliore amico; il secondo riguarda più strettamente la Civil War (concetto apparentemente molto simile a BvS): alcune persone e molti governi (l'ONU nello specifico) si sono stufate di questi supertizi a piede libero capaci di fare il bello e il cattivo tempo. C'è bisogno di regole, d'istituzioni. C'è bisogno di un atto di registrazione che arruoli i supereroi in delle Unità Operative approvate (e manovrate) dalle Nazioni Unite. Da qui parte l'inevitabile divisione degli Avengers, separati in due Team capitanati rispettivamente da Iron Man (lato pro-registrazione) e Cap (contro la registrazione).





Le due storyline del film, anche se intrecciate benissimo a differenza di BvS, sono riuscite a metà: il piano del villan di turno (Zemo) è a dir poco aleatorio, il cattivo vince infatti il premio inutilità del film e tutte le vicende legate a Bucky, a mio parere, allontanano troppo l'attenzione dal concetto di "guerra civile" e, nella prima parte, risultano persino abbastanza noiose. La storyline sulla Civil War, benché interessantissima e presentata in modo quasi eccellente grazie anche a motivazioni coerenti per la scelta di ogni personaggio verso quale schieramento parteggiare, viene sviluppata pochissimo e assolutamente in modo piatto e poco coraggioso. Non si sente il clima da "guerra civile" (non parlo dei rissoni del fumetto, ma di quel background che si respira in tutto crossover che dava una sensazione unica al lettore, facendolo piombare anche esso in una guerra civile, dove il nemico non sono degli estranei ma delle persone che fino a poco prima erano fratelli e, contemporaneamente, costringendolo a prendere un posizione seppur a malincuore). I protagonisti si perdono spesso in chiacchiere futili e si scambiano buffetti. Manca il dramma, manca l'emozione e manca il coinvolgimento dello spettatore, almeno per quello che una Guerra Civile tra personaggi amati dovrebbe far provare.




Se il primo arco narrativo poteva essere tranquillamente ridotto, utilizzandolo giusto per dare il via ad alcuni eventi e targare la pellicola come sequel di TWS, il secondo andava necessariamente ampliato cercando di espandere le conseguenze delle ottime basi che erano già state fissate nelle prime scene.
Altro argomento scottante è la regia: mentre vedevo la scena d'apertura, dove gli Avengers intervengono in Nigeria incappando in Crossbones, pensavo "Oh..finalemnte. Cinema anche casa Marvel". Da sottolineare giusto qualche sbavatura nei combattimenti, dove una telecamera fin troppo ballerina ne rendeva difficile la fruizione nonostante le impressionanti coreografie e la fisica degli scontri (menzione speciale per lo Scudo di Cap, che ha un modo di essere utilizzato semplicemente impeccabile), come se ci fosse necessità di nascondere qualcosa  (anche se non ne vedo assolutamente il motivo). Al di la di questo, l'inizio è decisamente ottimo, come mi aspettavo da questo film. Dalla scena seguente in poi, ricadiamo nel principale errore di The Winter Soldier: la sensazione di trovarsi di fronte ad una serie televisiva ad altissimo budget.
il film è girato con un campo visivo pari a quello di una serie TV stile Agents of S.H.I.E.L.D. Non ha il respiro del cinema. Non ha l'occhio del cinema. Non ha il tempo del cinema. E' un film pensato in 4:3, con una profondità di campo e un'ampiezza di sguardo da produzione di Netflix.
Non è che questo sia per forza un male (sopratutto quando una puntata di un serial non è mai stata così bella) ma siamo al cinema, non davanti la TV. Il cinema ha un suo linguaggio, una sua estetica e una sua poetica. Praticamente l'unica cosa buona di "Age of Ultron" è stata buttata via (dove Whedon, nonostante il suo passato da girati via cavo, un po' di cinema ha provato a farlo).
Sommate questo al fatto che nella prima ora e un quarto la trama (oltre i difetti precedentemente citati) scorre lenta, i combattimenti, anche se presenti, sono sempre afflitti dalla problematica che esponevo prima e il risultato è un film appena sufficiente che stenta a decollare.




Poi dopo il primo tempo arriva la magia (o meglio miracolo, siamo lì): qualcosa nella trama si sblocca (sarebbe dovuto succede almeno 30 minuti prima) e  parte la vera Civil War. Spiderman entra in scena reclutato nel team Iron Man (anche se in un modo che potrebbe far storcere qualcuno, ma ho trovato la scena talmente azzeccata, e sopratutto necessaria a quel punto del film, che ero troppo entusiasta per criticarla)  e partono i  migliori possibili 40 minuti per un cinecomic. La regia ci riporta al cinema come (e meglio) dell'inizio, i difetti nei combattimenti spariscono e il film diventa quello che dovrebbe essere: un coinvolgente, divertente, tecnicamente perfetto ed emozionante scontro-incontro tra supereroi. Il Capolavoro che mi aspettavo insomma.
Finita la scena dello scontro all'aeroporto (quella che si vede in tutti i trailer), la magia termina e il film torna ad essere quello di prima; anche se bisogna notare un certo miglioramento su quasi tutti gli aspetti precedentemente criticati: la trama scorre più veloce e, con un colpo di scena niente male, cerca di dare un po' di emotività e colore a queste parti che ho trovato terribilmente fredde, una storyline viene praticamente buttata nel cesso (e ahimè non è quella che speravo io) per cercare di dare una conclusione degna all'altra (quando in realtà è proprio nella conclusione che vengono più a nudo tutte le debolezze di quell'arco narrativo).




Lo scontro finale, anche se parliamo sempre in termini di serie TV, è ben girato ed è abbastanza coinvolgente e crudo anche se fin troppo intimo e totalmente privo di ogni sorta di epicità (l'impressione è che si cerchi un iperrealismo alla Nolan senza però arrivarne all'emotività).
La chiusura della Guerra Civile ( parzialmente abbandonata e poi ripresa nella scena finale), dovrebbe come minimo, viste le aspre critiche ha ricevuto la "scena di Martha" di BvS, lasciare perplesso più di qualcuno.




Riguardo i nuovi personaggi, come ho già detto, Zemo non mi ha convinto per nulla mentre Black Panther è davvero ottimo, una delle cose migliori del primo tempo. Spiderman, ci tengo a ribadirlo, anche se nel film non c'entra assolutamente nulla, è magnifico e stupefacente (e pensare che a me Spiderman solitamente non piace). Il cast, tra vecchi e nuovi, è ormai di un'ottima e consolidata fattura dove spiccano il sempreverde Robert Downey Jr (anche se va un po' di pilota automatico) e Chris Evans, totalmente privo di qualsiasi dote di recitazione, ma crede talmente tanto nel personaggio e nel ruolo da risultare fantastico e realistico.




In conclusione, si potrebbe continuare a parlare del film per ore viste le tante cose da dire che ci sono. Sinceramente, speravo di poter mettere un bel 90 pieno a questa pellicola ma, evidentemente, le mie aspettative sono state disattese. Non metto in dubbio che la critica farà i soliti panegirici classici per un film Marvel-Disney e il pubblico la seguirà a ruota. Il film probabilmente supererà il miliardo e mezzo d'incassi globali e venderà tanti pupazzetti, i dirigenti Disney saranno felici e si stringeranno la mano soddisfatti di aver messo "a portata di bimbo" uno dei momenti più cupi dell'universo Marvel degli ultimi anni. Un lieto fine insomma, ma non per me, che non riesco ad accontentarmi di un film che è Cinema e funziona solo per 40 minuti, mentre il resto è un primo tempo appena sufficiente seguito da una conclusione solo discreta. Non mi accontento di un film che, originario da un capolavoro, dovrebbe essere una colonna portante della cinematografia supereroistica. Perlomeno, le basi per la "terza fase" del MCU esistono e sono (più o meno) promettenti. Staremo a vedere, anche se non noto prospettive di miglioramento all'orizzonte, visto che a buona parte del pubblico e sopratutto alla critica la situazione sembra andare bene così.


VOTO: 76/100

giovedì 14 aprile 2016

Veloce Come il Vento - Recensione

Lo posso tranquillamente dire: io sono una di quelle persone che, quando mi propongono di andare a vedere un film italiano al cinema (solitamente le classiche commediole o peggio, i cinepattoni) comincio a sbraitare e vomitare odio contro il mondo. E' da qualche anno però che il mai defunto (ma finito in sordina) cinema di genere italico sforna qualche piccola perla. Che ormai più tanto piccole non sono. Mi vengono in mente "Smetto Quando Voglio" o i recenti "Non essere cattivo" e "Lo chiamavano Jeeg Robot" dove, quest'ultimo in particolare, dopo l'esperienza semi riuscita de "Il Ragazzo Invisibile", segna l'inizio e il successo di critica e pubblico del genere supereroistico italiano. Poi, come un fulmine a ciel sereno, un bel giorno arriva questa pellicola: Veloce come il Vento.




Già definito da molti il "Rush italiano", Veloce come il Vento è un film che esplora il mondo delle corse GT (Gran Turismo) e ruote coperte, in particolare. Co-scritto e diretto da Matteo Rovere e interpretato da un bravissimo Stefano Accorsi (nei panni di Loris De Martino) e Matilda De Angelis (nel ruolo di Giulia De Martino), il film è ispirato alla vita del pilota di rally Carlo Capone
Ambientato nel cuore della motoristica Emilia-Romagna, la storia parla di una famiglia di piloti dove l'ormai ex campione Loris è diventato un tossicodipendente e sua sorella minore, Matilda, fa di tutto per non perdere la casa dopo la morte del padre, cercando di vincere il campionato GT. I due fratelli, viste le esigenze dettate dal destino, si rincontreranno (e scontreranno) in un insieme di corse, auto e drammi familiari. Insomma, siamo di fronte all'ennesima rivisitazione dello script drammatico - sportivo per eccellenza: Rocky.




Come è giusto che sia, questa pellicola trasuda cinema americano ovunque, dalle riprese al montaggio, oltre che alla sceneggiatura. Matteo Rovere fa un lavoro eccellente in quanto a regia: sempre decisa, con una bella prospettiva, spettacolare nei momenti salienti e dolce in quelli più intimi. Anche gli altri aspetti tecnici non sono da meno, tra i quali spicca un montaggio che ho particolarmente gradito sopratutto durante le gare GT (vedere componentistiche del motore che diventano incandescenti durante una gara è galvanizzante) e un sonoro che non stona, con rombi di motore ben campionati e una colonna sonora azzeccata.





Ma veniamo al punto più interessante di tutta la pellicola: gli attori. Stefano Accorsi, come dicevo in precedenza, è semplicemente fantastico. Levatagli quella patina da belloccio satinato che ha in "1992", l'attore si immedesima in un ruolo da emiliano tossicodipendente rachitico sia fisicamente (immagino abbia perso diversi kg per questo film), sia caratterialmente (è talmente tanto bravo da essere odioso) che verbalmente (il suo accento mi ha fatto impazzire) in modo eccleso. Un lavoro degno di un Matthew McConaughey o di un Cristian Bale. Promosso a pieni voti.
Anche la De Angelis non è da meno: ragazza ribelle (azzeccata la rasatura con tinta blu di un lato dei capelli) ma allo stesso tempo responsabile per il fratellino e soprattutto credibile. Anche qui il personaggio funziona, coinvolge e affascina. Bella e brava insomma.



Proprio gli attori danno quel pizzico d'italianità a tutta la pellicola (oltre l'ambientazione, indiscutibilmente) da un punto di vista emotivo: si trovano ad affrontare situazioni, scenari e persone che inevitabilmente contribuiscono ad assegnare il bollino Made in Italy al film (nonostante le fortissime influenze del cinema americano).



Riguardo i difetti non c'è molto da dire, se non che si concentrano nella parte finale del film. Senza fare spoiler, la scelta stilistica della gara finale è affascinante ma secondo me poco azzeccata. Per inciso, la gara in se ci sta, ma oggettivamente l'avrei messa in un punto differente della pellicola e non come atto conclusivo. Il finale lascia anche un paio di perplessità morali che, nonostante non siano nulla di eclatante, a mio parere non si sposano con il tono di tutta la pellicola.
Peccato per la sceneggiatura (che ha molte chicche come "la preghiera del pilota") che porta avanti la storia e i personaggi in modo ottimo ma lascia dei buchi nella caratterizzazione di quest'ultimi (cosa è successo tra Loris, il padre e la madre?) complice, probabilmente, dei tagli finali in fase di montaggio vista comunque la considerevole lunghezza del film (nel trailer, difatti ci sono un paio di sequenze non mostrate in sala).

In conclusione: un film perfetto? Al 90% si. Sicuramente un grande, gradissimo film ed un importante segnale che il cinema italiano di genere è vivo ed ha un grande futuro di fronte a se.


VOTO: 84/100

venerdì 1 aprile 2016

Spiegazione Scena - Il Sogno di Batman (Batman V Superman) - Spoiler

Immagino che molti si saranno chiesti il perché ed il significato della scena di Batman v Superman che vede protagonista il Cavaliere Oscuro in tenuta da esploratore in una landa desertica (che altro non sembra che Metropolis distrutta).
Merito probabilmente di tutti i fumetti DC che ho divorato, non ho avuto troppi problemi a riconoscere molti dettagli di questa scena e a comprenderne il significato.
Partiamo dai primi fotogrammi: Batman esce da un bunker (una Batcaverna?) e si ritrova in una landa desolata con del filo spinato (segni di un conflitto avvenuto?). Sicuramente la prima cosa che salta all'occhio è l'Omega gigante inciso nella sabbia.

L'Omega è il simbolo di Darkseid, villan storico e potentissimo di Superman, signore di Apokopolis (per semplicità: un pianeta/dimensione divenuto infernale dove Darkseid è il capo, per questo nel film si parla molto di diavoli e demoni) che, oltre ad essere una delle entità più potenti del Multiverso DC, è anche una sorta di divinità: l'incarnazione del Male nella sua forma più pura.
Il suo obbiettivo principale è la sete di potere, espressa in quella che potremmo definire la sua ricerca dell "anti-vita", cioè una formula che sia il contrario della vita. L'Omega rappresenta per l'appunto l'Apocalisse. Il fatto che sia incisa sulla Terra, oltre ad indicare la presenza di Darkseid, indica anche che probabilmente l'Equazione Anti-Vita (il modo tramite il quale sintetizza il contrario della vita) è in atto e questo spiegherebbe lo scenario post-apocalittico (nei fumetti l'Equazione trasforma gli abitanti della terra in servi di Darkseid assetati di sangue, spingendoli a distruggere la civiltà stessa).













Batman è probabilmente uno dei pochi sopravvissuti sul pianeta terra. Le immagini seguenti sono abbastanza chiare: il Cavaliere Oscuro organizza uno scambio che si rivela essere una trappola. Vista la luce all'interno della scatola, probabilmente cercava la Kriptonite per sconfiggere Superman.
Dopo vediamo due tipologie di nemici. La prima sono soldati umani con la S di Superman come mostrina sul braccio. Probabilmente sono i "servi/fedeli" di Clark (infatti al suo arrivo si inchinano come di fronte ad un Dio). I secondo sono dei mostri con le ali chiamati Parademoni. Semplicemente: sono i seguaci di Darkseid. Nella battaglia che segue sembrano alleati ai soldati di Superman.
Quindi: il mondo è distrutto, Batman cerca un modo per uccidere Superman e gli uomini di Superman e Darkseid sono alleati. Che Superman sia diventato cattivo? La conferma arriva quando Clark si presenta di fronte a Batman. "Me l'hai portata via", Chi? Una cosa la sappiamo sicuro: un Superman arrabbiatissimo uccide gli alleati di Batman e Batman stesso senza esitazione. Ok, è cattivo.





Scene seguente. Batman si sveglia nel caverna, si apre un portale e appare un personaggio. Ormai sembra confermato che il personaggio in questione sia Flash. Barry sta utilizzando un sistema di trasporto chiamato "Boomdotto", cioè una sorta di portale per viaggiare in diverse dimensioni, spazio e tempo. Il boomdotto lo genera Cyborg (nel film ne abbiamo un cameo, nell'archivio di Luthor, è il ragazzo di colore menomato che il padre prova a riportare in vita), quindi se Flash e Cyborg collaborano, probabilmente Flash viene da un futuro dove la Justice League (il corrispettivo degli Avengers della DC comics) è attiva.
Da quanto dice Barry è arrivato "troppo presto" nel passato, quando Batman ancora non può comprenderne a pieno il messaggio. Una cosa è certa: "Lois Lane è la chiave di tutto. Batman avevi ragione." Facciamo un passo indietro. La "visione" di prima, Superman cattivo, "Me l'hai portata via", "Lois è la chiave di tutto". Tutto ciò dovrebbe significare che Superman potrebbe diventare cattivo se Lois dovesse morire (come nel videogioco Injustice: Gods Among Us) e potrebbe allearsi e/o diventare schiavo di Darkseid. Effettivamente Clark durante il film dice più volte che per lui Lois è tutto: "Questo è il mio mondo, tu sei il mio mondo". Cosa accadrebbe se al kriptoniano  fosse tolto il suo mondo? Magari proprio da un umano (sembrerebbe che Batman c'entri qualcosa con la scomparsa di Lois)?
Barry quindi è tornato indietro nel tempo (o ha cambiato dimensione) per avvisare lo stratega della League, Batman, di cominciare a pensare a qualcosa per non arrivare all'apocalisse.
Ora direte: tutto molto bello ma..cosa c'entra con Batman V Superman? La scena ha due conseguenze importanti:
A) La prima è la più legata al film in questione, cioè: dà una sorta di prova empirica a Batman che Superman potrebbe essere veramente cattivo (o potrebbe diventarlo) e gli da un motivo in più per combatterlo.
B) Insieme a Batman, durante il film lo spettatore pian piano ricostruirà alcuni pezzi della scena (pare che le parti tagliate in fase di montaggio, che saranno presenti nel DVD, contengono altri indizi) arrivando a una conclusione che altro non è che l'incipit per la Justice League: ci sono altri metaumani, è appena cominciata, bisogna unirci e combattere. Da qui proviene la "sensazione" che Batman esprime a Wonder Woman a fine film.
















In conclusione: una semplice visione, uno "sguardo" in un'altro tempo/dimensione oppure semplicemente un incubo? Probabilmente tutte e tre le cose messe insieme, indotte dalla breve "visita" di Flash. Il fatto tanto criticato che non si capisca bene la scena è voluto, alla fine si rimane nell'ignoranza come il protagonista. In più, se ci si fa caso, questa scena non è altro che la scena post-credits di un classico film Marvel (anche quelle non si capiscono un granchè), soltanto messa a metà film in quanto una parte di questa influisce nella trama corrente.
Una cosa è certa: Batman è tutt'altro che stupido e, anche se Flash è arrivato troppo presto, ha intuito che qualcosa di terribile dovrà accadere.

venerdì 25 marzo 2016

Batman V Superman: Dawn of Justice - La Recensione (a caldo)

Come dicevo nel post precedente scrivo perché sono incazzato. Ma prima di spiegare il motivo della mia arrabbiatura andiamo con ordine.




Partiamo da Snyder, e dal suo precedente film Man of Steel. Film su l'Uomo d'Acciaio che nel 2013 divise pesantemente critica e pubblico (a me, sopratutto la prima metà del film, non mi dispiacque affatto). Sicuramente un merito, anzi definiamolo meglio, una caratteristica peculiare quel film l'aveva: non era il solito cinecomic. Molto dark con poco umorismo, un'ambizione a trattare temi molto profondi e tanta voglia (forse pure troppa) di prendersi sul serio.
Batman V Superman nasce come seguito di MoS. La missione era semplice: mettere una volta per tutte in accordo critica e pubblico, dando finalmente il via ad un universo cinematografico DC. In realtà, la storia non è andata esattamente cosi. Se il punto due possiamo darlo per realizzato (sono in programma da qui al 2020 diversi film targati DC), il punto uno possiamo tranquillamente dire che è stato totalmente mancato.
Batman V Superman è il film che in queste ore sta raccogliendo le recensioni più discordanti che abbia mai visto per un cinecomic. C'è chi lo giudica un disastro totale, chi invece ne esalta alcune caratteristiche, chi delle altre e c'è anche chi dice che sia il miglior cinecomic uscito fin ora. Insomma, è una situazione molto simile ad una guerra civile. 






Situazione facilmente immaginabile, visto le critiche che accompagnano questo film sin dal suo annuncio (sopratutto nei confronti di Ben Affleck nei panni del Cavaliere Oscuro).
Ma dove eravamo rimasti? Superman e Zod hanno distrutto praticamente tutto il centro di Metropolis mietendo diverse migliaia di vittime, tra queste anche...molti dipendenti della Wayne Enterprises. Da qui parte l'incipit: chi è l'Uomo D'Acciaio? E' giusto che un Dio cammini tra di noi indisturbato e possa fare quello che più gli aggrada (anche se in questo caso è salvare vite)?




E poi l'odio. L'odio di Bruce Wayne, interpretato da un Ben Affleck immenso, dark e introspettivo. Il film si apre proprio con la scena dell'omicidio degli amati genitori di Bruce, accompagnato da una apertura toccante della colonna sonora di Hans Zimmer e Junkie XL, con il tema che segue il ritmo del cadere delle perle della collana di Martha Wayne. Poi il presente. Metropolis che va in pezzi, un Bruce Wayne che corre sprezzante del pericolo verso un palazzo della sua azienda che crolla. Il dolore di ieri, il dolore di oggi. Il centro di questo film, più che la trama, l'incipit all'universo cinematografico DC e gli aspetti tecnici sono loro: i personaggi. Batman è arrabbiato, fa paura. Tanto è che Snyder prende a piene mani dal cinema Horror per rappresentarlo.




Ben Affleck, come dicevo prima, è semplicemente immenso. Riesce a far provare allo spettatore un elevato grado di empatia, riuscendo a bucare lo schermo con  tutta quella rabbia e tutto quel dolore che prova dentro. Anche io ero dubbioso della scelta di Ben, quando accadde (circa 2 anni e mezzo fa) pensai "fanculo quell'attoruccio da commediole, Bale tutta la vita". Poi ho cominciato ad approfondire la figura di Affleck: non un attoruccio da commedie come pensavo, ma un artista completo, un attore che in alcuni film è semplicemente fantastico (mi vengono The Town, Gone Girl a Argo, nonostante quest'ultimo lo definisco una leccata di culo bella e buona ad Hollywood), uno sceneggiatore e un regista da panico (i già citati The Town e Argo più Gone Baby Gone rappresentano la semi-perfezione cinematografica di quest anni dal mio punto di vista). Da quel momento in poi aspettai l'interpretazione di Batman, per me Sacra, con sempre crescente ansia. Adesso posso dire con la pace nel cuore che non solo mi ha soddisfatto, ma anche esaltato. Da un punto di vista fisico, è sicuramente il Batman cinematografico più aderente al fumetto: senza collo, mascellone e massiccio. Si muove e combatte come il Batman dei videogiochi Rocksteady (ed è un assoluto bene )e lo dico senza pensarci troppo: questo film contiene la miglior scena di combattimento dedicata a un Batman cinematografico.




Anche Henry Cavill fa il suo dovere, donandoci un buon Superman (mediamente migliore di quello di MoS) ed eccellendo sopratutto nel suo rapporto con Lois Lane (Amy Adams). Gli sceneggiatori confezionano una dolce storia d'amore, dove si vede l'importanza di essere sempre presente uno nella vita dell'altro.




Un'altra (positiva) sorpresa di questo film è Gal Gadot con la sua Wonder Woman. Bella, sensuale e convincente, la sua apparizione (accompagnata da un'ottima chitarra elettrica) ha esaltato più di uno spettatore. Anche su di lei sono piovute critiche all'annuncio (non aveva abbastanza seno secondo alcuni) rivelatesi infondate.
Da quella fetta di critica che sta smontando inesorabilmente questo film, Diana e Bruce vengono (grazie al cielo) lodati per l'interpretazione dei rispettivi attori. E già questo dovrebbe far ben sperare per il futuro dell'universo DC.




Lex Luthor, villan per eccellenza del film, interpretato da Jesse Eisenberg. Attore bravo pieno di talento, Jesse (probabilmente complice una scrittura del personaggio un pò troppo influenzata dalla figura del joker) tiene la sua performace sul filo che divide il folle psiocopatico da una grottesca macchietta. Riesce (per un pelo) a rendere questo Luthor convincente nonostante le parti più buie della sceneggiatura siano quelle a lui dedicate.





Veniamo proprio ad uno dei punti più criticati del film: la sceneggiatura. Molti hanno tirato un sospiro di sollievo quando Chris Terrio ha sostituito Goyer (ritenuto responsabile per il "fallimento" di MoS e per il tiepido successo di Batman Begins). Eppure attualmente questo sembra il fronte più sotto pesante attacco del kolossal Warner. Lo script di BvS è sicuramente interessante: principalmente sono tre filoni narrativi principali che viaggiano indipendenti per i primi 70 minuti circa fino a fondersi man a mano in un unico filone narrativo. C'è più o meno tutto: un'indagine alla Batman, una storia d'amore e la macchinazioni di un cattivo tutto con un importante sfondo ideologico: la sottile differenza tra Bene e Male vista nel rapporto Uomo - Dio. E' giusto che un Dio possa camminare in mezzo a noi? Assoluta chicca nella caratterizzazione comune dei tre personaggi principali è il toccante tema dell'importanza dei genitori, la cui perdita ha avuto effetti diversi su tre personaggi orfani (Batman, Superman e Luthor).





Una delle critiche più diffuse che ho trovato in giro per la rete è "c'è troppa carne al fuoco". A mio avviso anche una delle più infondate: la trama è piuttosto lineare, anche se non mancano i colpi di scena. Le informazioni non sono poi così tante, ci sono giusto due scene che possono lasciare spiazzati: una potremmo definirla "onirica", la seconda un (azzeccato) espediente narrativo che inserisce il tema Justice League all'interno di questo neonato Universo Cinematografico. La prima, molto bella (sarebbe quella con lo scenario desertico che si vede nei trailer), ammetto che possa risultare mediamente complessa da capire a un non lettore di fumetti DC. La spiegazione è semplice: persino chi la vive (Batman) in quel momento non capisce cosa voglia dire. Man a mano che la storia va avanti lui (come dovrebbe fare lo spettatore) comincia a comprenderne in parte il significato.
La seconda, a mio avviso, è stato il modo perfetto per infilare all'interno del contesto un tema che andava raccontato: i metaumani. Molti potrebbero dire che è una scena fuori fase, in realtà nella trama ha uno sviluppo importantissimo (rivedetevi il finale!) e l'espediente utilizzato per inserirla ci sta tutto.
Queste critiche mi portano a comprendere una cosa: che lo spettatore medio dei cinecomics abbia costantemente bisogno dello spiegone (non voglio dire chi ci ha abituati a questo, sennò mi tacciano di Fanboysmo).




Le vere critiche alla sceneggiatura le farei più al cattivo spoilerato dai trailer: Doomsday. Non si capisce bene chi è e l'azione intrapresa per la sua creazione è decisamente poco chiara e, volendo anche illogica. Ci sarebbe anche stato bisogno di una spiegazione più profonda delle ragioni delle macchinazioni di Luthor (portate comunque avanti in modo ottimo, ma certe volte viene da chiedersi "perchè?"). Si capisce che è uno xenofobo, ma questa parte della sua caratterizzazione viene lasciata un pò troppo ad intendere. Insomma diciamocelo: i cattivi si potevano fare meglio.
L'altra critica risulta essere un classico gradino dove inciampano quasi tutti i cinecomics: più di un paio di volte vien da chiedersi "Perchè quel personaggio fa quella determinata cosa? Come faceva a saperlo? Quando l'ha scoperto?". Come ho già detto, un classico senza tempo.
Come di critiche, la sceneggiatura a mio avviso raccoglie diverse lodi. Prima tra tutte: non segue il solito script da film di supereroi (A fa vedere quanto è figo, A incontra B e perde, A fa qualcosa per pomparsi, A rincontra B e vince di poco), intreccia abbastanza bene i personaggi in un groviglio di eventi, mette in mostra temi molto importanti e più seri della media dei cinecomics, cercando di non dare una soluzione morale allo spettatore, caratterizza alla grande Batman e getta una potente base per il futuro.





Riguardo la regia c'è poco da dire. A me Snyder piace. Eppure questo risulta essere il suo film "più pulito", meno sbavato e (volendo) meno personale. Scordatevi i rallenty di 300 o gli zoom in presa diretta di MoS. Tranne qualche effetto "camera a mano" durante gli scontri e qualche capovolgimento particolare all'inizio, Snyder firma una regia interessante ma sobria (per i suoi standard perlomeno) e decisamente apprezzabile. Sopratutto perché condita da una fotografia eccellente, cupa e dark da buon stile DC. Le scene d'azione sono molto belle e variegate tra loro: si va da metaumano contro umani (superman contro i cattivi), a umani contro umani (batman contro i cattivi), allo scontro tra i protagonisti e persino ad un bel team up con inevitabile metaumani contro metaumani.
Inutile dirlo, gli effetti speciali sono mastodontici in quantità e molto buoni qualità, tranne un'importante sbavatura: nuovamente Doomsday. E' praticamente il Troll di Moria in CGI che si è rifatto una vita(ccia) al di fuori della Terra di Mezzo. A riabilitarlo in parte è lo scontro finale: epico, mortale e distruttivo (molto fumettoso, tantè che alcuni hanno storto il naso nel vedere Batman coinvolto, abituati agli scontri "sobri" alla Nolan).




Ho apprezzato invece discretamente il montaggio. Serrato, forse in certi casi pure troppo, e molto poco "gentile". Non è uno di quei montaggi che aiutano la fruizione ma, ha il grande vantaggio di tenere sempre lo spettatore con il fiato sospeso. Forse da questo fattore deriva un'altra critica che leggo spesso: "il film è una sequenza di belle immagini male amalgamate tra loro e prive di senso". Sinceramente a questa critica non saprei bene come rispondere; che in certi casi il montaggio diventi leggermente confusionario è vero(ci tengo a sottolineare: assolutamente niente di grave, in film blasonati c'erano situazioni ben peggiori, e non sto parlando solo di cinecomics); ma privo di senso...Personalmente la trama l'ho seguita, e penso che chiunque possa seguirla bene. Le due ore e mezza (leggermente troppe) volano, forse ad ingannare molti è stato l'aspetto cinefumettoso del film, che nasconde in realtà temi forti, un intreccio particolare e personaggi duri. Per affrontare questo "muro di serietà" immagino ci sia bisogno di un mood diverso di quello con cui si affronta un classico cinecomics (la mia è una tesi e come tale tranquillamente opinabile).





La colonna sonora, firmata da Hans Zimmer e Junkie XL, è ottima, con toni epici e scandisce perfettamente tutto il film non risparmiandoci delle chicche (il tema di Wonder Woman). Unico difetto: Hans Zimmer preferisce non comporre il tema di Batman per paura di essere influenzato dal suo precedente lavoro e lascia tutto in mano a Junkie XL. Il risultato lascia abbastanza a desiderare (è probabilmente l'unica nota stonata di Batman, insieme al fatto che uccide o meglio, come dice Snyder "lascia morire").




Quale è il risultato di tutto ciò? Un film epico a tinte dark, sia nel senso moderno del termine ma sopratutto nel suo significato classico. Batman e Superman non sono i ragnetti di quartiere con i quali puoi fare amicizia e scambiare due parole. Sono entità, divina nella sua versione di Superman e umana nella versione del superuomo nietzschiana di Batman, che si scontrano e si incontrano. Come nei classici dell'epica occidentale. Il tono di tutto il film gira inesorabilmente attorno a questo. "Gli dei camminano tra noi". E' il senso di molte opere DC, che si rispecchia fortemente in questa pellicola. Un senso nuovo per i cinecomics che, a mio modo di vedere, nel mercato se ne sentiva un certo bisogno.




In conclusione. Funziona questo film? La mia risposta è un deciso si. Ha  dei difetti? Assolutamente si. Peggiori di quelli di altri film lodati dalla critica? Assolutamente no, anzi. Quindi perché è stato massacrato così inesorabilmente, nonostante al botteghino stia sfondando e una buona parte di pubblico lo difenda a spada tratta? Ah boh. Dico solo che tutto ciò mi ricorda molto la storia di 300.
Quindi perché sono incazzato. Perché non puoi dare 4 a questo film e 8 e mezzo a Age of Ultron.



VOTO: 82/100 (prima visione a caldo)




P.S: Non è classificabile all'interno delle critiche che possano influire sul giudizio finale in quanto non strettamente inerente alla qualità del film, ma spero che la Warner licenzi l'addetto al marketing che ha voluto all'interno del montaggio di uno dei trailer le immagini della battaglia contro Doomsday rovinando la sorpresa a tutti i fan.


giovedì 24 marzo 2016

Sono ri-Tornato

A volte ritornano (come la prima fantastica raccolta di racconti pubblicata da King), anche se dopo quasi due anni.
Nel Bene o nel Male. In questo caso forse più nel secondo caso.
Perché? Perché sono incazzato. Il motivo lo scoprirete nel prossimo post.




In realtà spero di poter tenere il blog aggiornato, due anni fa si erano raggiunti buoni risultati, ma il mio essere scostante è leggendario ormai. Ci proverò, non è una promessa. Ma ci proverò.