Eccola:
E' arrivata. Finalmente.
Un piccolo appunto prima di iniziare, posseggo la Variant quindi la recensione si concentrerà su quella (alla fine varia solo la copertina e la sovraccoperta in acetato).
Che dire per cominciare? Beh. E' talmente tanto bella che ho paura di leggerla. Non vorrei assolutamente rovinarla. Le pagine sono lisce e lucide, la copertina (Massimo Carnevale nel mio caso, copertinista anche tra le tante cose di Mater Morbi sempre di Recchioni) è da brividi.
Bisogna menzionare anche la sovraccoperta della variant, con stampate sopra alcune scritte e disegni che si sovrappongono con la copertina in cartone creando un fantastico gioco tridimensionale.
Numerosi anche gli extra: interviste a tutti i disegnatori, ai creatori, bozzetti preparatori, copertine, approfondimenti ecc ecc.
Il prezzo? A mio modo di vedere più che onesto. Quasi 400 pagine a colori in carta di ottima qualità con una copertina rigida. Tutto per 27 euro. A chi si lamenta: comprate l'ultimo libro di King, 400 pagine di carta riciclata a 20 euro e tanti auguri.
VOTO: 95/100 (Qualità dell'edizione)
Ora come promesso in precedenza facciamo un breve excursus anche su Orfani dal punto di vista artistico.
Molti si sono lamentati per il primo numero: un carnevale di esplosioni, personaggi stereotipati, battute da film d'azione anni 80 e storia poco originale. Come è che si dice? Non giudicare un libro dalla copertina. Perfetto, per un fumetto potremo dire: non giudicare un fumetto dal primo numero.
Vi faccio l'esempio della reazione di un lettore standard (in questo caso la mia ragazza) impegnato con Orfani:
Numero 1: Ma che è sta merda?
Numero 2: Non mi piace, anche se..
Numero 3: Aspetta un attimo...
Numero 4: Cazzo!
Numero 5: Figo!
Numero 6: No vabbè!
Numero 7: (ve lo dico in sede di recensione)
Capito che intendo no? Recchioni e Mammucari hanno fatto una precisa scelta stilistica che nei primi tre numeri (quelli contenuti in questa edizione) si può ben notare: molto colorati, molto semplici che raccontano una guerra e una storia APPARENTEMENTE lineare. Molti lettori, sopratutto chi è un pò (perdonate il gioco di parole) "orfano" di fumetti, si sono scontrati con questa dura realtà. Solo poi c'è chi è andato avanti, cioè la stragrande maggioranza vedendo le vendite, e ha scoperto i due autori a cosa hanno puntato: rompere il mosaico, il puzzle costruito all'inizio, pian piano, pezzo per pezzo.
Scoprire la verità dietro la realtà. Ecco a cosa punta Orfani, e questo diventa evidente dal numero 3, dove i colori cominciano a diventare più cupi, i personaggi mostrano caratteristiche inaspettate e la storia non è più "lineare" come sembra.
I lettori più esperti si sono probabilmente resi conti che fin dai primi numeri "c'era qualcosa che non andava", ma dal numero 3 questo diventa evidente per tutti, fino all' evolversi di una escalation di bugie, follia, potere e violenza. L'intento di Recchioni e Mammucari è magistrale: "per spiegare quanto può essere dolorosa una guerra devi incominciare raccontando quanto può essere bella" mi dice Emiliano al Romics.
Grazie al Cielo la critica specializzata si è accorta sin da subito di questo "giochetto" ed ha premiato la testata con voti molto alti; alla faccia dei soliti altezzosi "artisti" con la puzza sotto il naso (categoria che purtroppo riempie il panorama culturale italiano) che hanno subito additato Orfani come "la solita americanata".
Riguardo ai disegni non mi dilungherò. Basta dire che sono una vera rivoluzione per la Bonelli. Mischiano innovazione (i colori e l'ultilizzo di tecnologia grafica per il disegno) e tradizione (l'impostazione della pagina e il design tipicamente bonelliano) in un mix azzeccatissimo che rende questa serie unica. Il colore è anche funzionale nella narrazione, uno dei tanti casi può essere: i colori sgargianti dei primi numeri che via via (quando escono allo luce i vari punti più bui della trama) diventano sempre più dark e cupi.
Infatti almeno su questo nessuno ha avuto nulla da ridire. Un plauso finale va sempre agli ideatori che anche nella parte grafica si sono astenuti dal ricopiare le più blasonate testate americane.
VOTO: 82/100 (Fumetto in se)
Sicuramente ci arriverà, ma Orfani ancora non è un capolavoro. E' una serie ottima ma non perfetta. Confido che i prossimi numeri o al massimo la prossima stagione potranno innalzare quest'opera al livello di capolavoro.
Che poi possa non piacere ugualmente al solito pubblico "chiccoso" sti cavoli. Alla fine come dice il motto stesso : "Noi non facciamo arte, facciamo cadaveri!"
VOTO COMPLESSIVO: 90/100